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Barrito - Mammuth del Vesuvio
Sabato 10 settembre, quando nel primo pomeriggio sono arrivato a Boscofangone nel grande piazzale asfaltato dove si teneva la festa tutto mi sembrava tranquillo…. Piazzo la tenda nello spazio riservato alle tende e divisa dallo spazio festa da una rete ombreggiante e vado a salutare gli amici che forse per il caldo sono seduti a delle lunghe panche all’ombra dei gazebo e si fanno vento sventolando dei bicchieroni pieni di un liquido ambrato, quasi quasi direi birroso…. Da una prima occhiata intorno posso apprezzare come Felice e i suoi Mammut hanno predisposto le cose, in fondo al piazzale svetta il grande palco, perimetralmente sono piazzati gli stands e l’elicottero è fermo al centro del piazzale…. Ma che ci azzecca ‘sto elicottero coi bikers?
Poi il sole si spegne, e arriva la notte, e arriva la musica, e arriva la pasta, e arrivano le ballerine discinte, e arrivano i Mortimer senza mutande, e la festa si espande, si agita, vive…. I Mammut sul palco cominciano a chiamare gli amici, e invece di farli pagare per la festa addirittura li premiano……
Poi sul palco si comincia ad esibire una signorina accaldata, ma così accaldata che prima si denuda e poi ancora accaldata denuda ‘o Fotografo e lo rinfresca con svariate bottiglie di acqua….. La festa ufficiale comincia a finire, ma comincia la festa ufficiosa, escono “e tammore” e inizia la musica, e c’è chi sona e c’è chi canta, e c’è “a supprizzata”, e escono le mozzarelle, e il vino, e qualcuno tenta di bere il gasolio ……
Da qualche tasca escono un paio di tartufi e…… Pennette ai tartufi per tutti (quelli che ancora sono in piedi)… Poi si sono fatte le sei, è mattina, smonto la tenda e mi avvio per la strada del ritorno, però continuo a chiedermi: ma è proprio necessario portarsi la tenda per mettere il casco da qualche parte? p.s. Non ho menzionato tutti i motociclanti intervenuti, perché potrei dimenticarmene molti, e anche soprattutto perché non c’ho voglia di scrivere per altre due ore. Klaus |
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