10°
Motorad - Tomahawk Savona
6-8 Giugno 2003 - Garlenda (SV)
Foto
e cronaca by Asmodeo
Giunto
ala sua decima edizione, 9 motoraduni sotto l’acqua e quest’ultimo
baciato dal sole, il motoraduno si è dimostrato impeccabile in
tutto. Quest’anno lo staff è cresciuto, ha visto la collaborazione
tra i Tomahawk e i Without
Sound di Genova.
Gia dal
venerdì mattina i primi arrivi, per poi essere di massa fino
alla tarda notte del sabato. Il venerdì mattina dopo avere finito
di sistemare le ultime cose si decide di andare a fare un giro in paese
con sosta al bar, ma il giro per il paese non si fa e ci si ferma al
primo bar che s’incontra. Dopo un po’ si uniscono alla comitiva
due ritardatari che giungono, a bordo di un trike, in mutande, gilet
di pelle e stivali. Lascio a voi immaginare cosa sia mai potuto succedere
nel bar al loro arrivo.
Di
ritorno dal bar si decide a calcio sotto un sole spaventoso e s’incomincia
a rincorrere e passarsi la palla. Ma noi Tomahawk essendo nostalgici
della pioggia decidiamo di far piovere noi con dei gavettoni. Le squadre
erano fatte e subito a bagnarsi tutti, coinvolgendo ignari bikers che
si stavano godendo il sole. Chi sul tetto e chi dietro i cespugli incomincia
una vera e propia lotta a suon d’acqua per rendere la giornata
più fresca. Ma a rendermela più fresca sono state sei
persone che mi hanno inseguito con secchi, scodelle, pentole e buste
stracolme d’acqua lavandomi per bene dalla cima ai piedi, no avendo
neanche il tempo di levarmi il portafoglio, sigarette e cellulare.
La
sera arriva il Daffy con il suo campanaccio
e tutti quanti a scongiurarlo di non suonarlo, ma di limitarsi a cantare
solo la canzone della farfalla. Tra uno
scherzo e l’alto, una birra, tanto buon cibo e tanta buona musica
si passa la serata tutti assieme con uno spirito di allegria e di festa
( il bar in tre giorni non ha chiuso mai ).
Dal
sabato mattina i primi arrivi, con Randagio
che alla cassa sembrava Wanna Marchi, io
Tom Cruise nel film “Barman”, Eclisse
che pareva il paninaro e tutti gli altri nei loro luoghi a svolgere
le varie mansioni, pronti ad accogliere i bikers, tutti quanti intonando
il motto dei Tomahawk: “ 5x8=? 40”.
Si decide
di lanciare la sfida tra le due postazioni dove ci sono le spillatici
di birra a chi finisce più fusti di birra, la sfida finisce in
parità. Alle 21,00 incomincia a suonare la prima band per poi
lasciare il posto ai samba timbales, che
ci hanno regalato una musica ritmica tribal che ha visto coinvolgere
in balli scatenati tutti i presenti.
Tra
chi ballava, ospiti ed organizzatori, e chi emulava i ritmi si ha avuto
prova di come una festa è uscita per il meglio. Dopo la performance
dei samba timbales è l’ora delle premiazioni dei tanti
gruppi intervenuti che salgono sul palco a ritirare il ricordo della
festa. Dopo la premiazione è l’ora delle spogliarelliste,
tre stupende ragazze che hanno infuocato
ancor di più i bikers che le guardavano.
La
domenica, tutti un pò rintronati dalle ore piccole fatte la sera
precedente, si parte per il giro turistico e l’aperitivo.
Riesco a scroccare un casco e a trovare qualc’uno che mi porti
dietro, alla fine mi porta Macina. Un giro
stupendo per strade anch’esse stupende, che penso che sono difficili
da dimenticare.
Salire
su per una montagna e avere sotto i propri occhi la costa ligure con
l’isola Gallinara come sfondo è
qualche cosa d’indimenticabile. Il carovanata si ferma al Albenga
davanti al bar per prendere tutti assieme un aperitivo offerto dal gruppo.
Ma il caldo si fa ancor di più sentire e incomincia a volare
qualche cubetto di ghiaccio colpendo tutto e tutti e a pensare a chi
poter fare un gavettone.
Rimessi
tutti in sella alle propie moto si assiste allo spettacolo che un biker
ha voluto offrire: compiere un 360° un paio
di volte con la propia moto custom in pieno centro con gli occhi
sbalorditi degli automobilisti e passanti che assistevano alla scena.
Di
rientro a Garlenda si salutano i bikers
in partenza per rientrare a casa e ci si ferma a parlare con chi rimane
a pranzo. Ecco che vengono posizionati due pentoloni modello sagra e
salsa sotto al sole cocente.
Nessuno
dice niente a che cosa servono, ma io incomincio a temere che o io o
qualc’un altro si prenderà un gavettone spaventoso. Ma
non servono a nessun gavettone i due pentoloni, ma servono a due ragazzi
che diventeranno effettivi se supereranno la prova.
I
due pentoloni erano stracolmi d’acqua e sul fondo giaceva il bad
pach con sopra una pietra. Il primo a svolgere la prova, il quale ha
dei problemi in quanto le sue spalle sono più grandi del diametro
del pentolone e di conseguenza no può arrivare a fondo. A terzo
tentativo si rovescia il pentolone addosso e recupera la toppa con i
denti. Il secondo candidato sono io.
Spogliatomi
di tutto ciò che avevo in tasca eccomi davanti al pentolone.Il
primo tentativo ha più a vedere con un tuffo olimpionico che
con una prova in cui prendere il bad pach con i denti. Il secondo tentativo
va a vuoto e al terzo tentativo decido anch’io di capovolgere
il pentolone. È fatta, da quel momento è stato difficile
contenere le emozioni e la gioia, cominciando ad abbracciare tutti e
bagnandoli.


Nulla
è stato lasciato al caso e tutto è stato curato nei minimi
dettagli, con uno spirito allegro e gioioso per ricambiare l’amicizia
che ogni anno ci viene ricambiata da free bikere & free group che
intervengono al motoraduno, anche sotto il sole.
Asmodeo
|